XVI Meeting di Apicoltura in F.V.G. – Domenica 26 gennaio 2025

“Impariamo dalle api: loro affrontano  i rigori invernali ammassandosi in glomere per condividere il calore, sono  coese e indipendentemente dalla casta, che siano regina o operaia, sanno bene che soltanto tutte assieme riusciranno  a superare le difficoltà”  con queste  parole il neopresidente del Consorzio apicoltori della provincia di Udine  Marco Felettig  ha richiamato  all’unità del settore  per affrontare le tante sfide epocali che stanno mettendo sotto pressione un patrimonio non solo economico, ma anche ambientale e sociale rappresentato in regione da 1.800 apicoltori che gestiscono 38mila alveari.

“Quello appena passato è stato un anno disastroso – ha continuato Felettig, che ha anche ricordato la figura del presidente Giorgio Della Vedova prematuramente scomparso nell’agosto 2023 -. In verità l’ultimo di una serie di stagioni infelici per l’apicoltura. Gli apicoltori però non si sono lasciati scoraggiare e hanno cercato di far fronte alla situazione con tutti i mezzi, garantendo la sopravvivenza delle proprie colonie, mai come quest’anno vicine alla morte per fame. Nonostante questi sforzi, però, il sistema produttivo apistico è entrato in crisi con aziende pronte a chiudere i battenti per mancanza di reddito e liquidità. Ma gli apicoltori hanno saputo far fronte anche a questa situazione e, imparando dalle api, si sono riuniti, hanno fatto fronte comune e si sono rivolti alle istituzioni con un grido d’allarme che fortunatamente, grazie alla sensibilità di chi hanno trovato di fronte, è stato ascoltato. Non posso non ringraziare l’assessore Stefano Zanier per il contributo straordinario che ha elargito a favore delle aziende apistiche che traggono un reddito significativo dall’apicoltura, andando così a mettere in sicurezza più della metà degli alveari allevati in regione”.

Sotto il dato produttivo, nella provincia di Udine (che rappresenta il 66% degli alveari) il raccolto complessivo del 2024 ha visto una contrazione del 68%, con punte negative per il miele di acacia che si è addirittura azzerato.

“Nessuno in Europa oltre a quello economico e agricolo apre anche il livello ambientale del ruolo degli apicoltori – ha dichiarato l’assessore regionale Stefano Zannier – questo però consentirebbe a dare un sostegno in maniera continuativa al settore, anche a quella parte che non è prettamente imprenditoriale, ma che svolge un ruolo fondamentale nella difesa dell’ecosistema. A sua volta, il sistema associativo deve trovare una sua unità basata sulla matrice comune, le istituzioni, in primis la Regione, tutto quello che potranno fare lo faranno”.

“L’aumento delle temperature medie incide sulle fioriture delle piante, perdendo così la sincronia naturale tra impollinatori e piante da impollinare – ha detto Antonio Nanetti del Crea di Bologna -. I problemi non sono soltanto in inverno e primavera, che se miti favoriscono anche la prolificazione dei parassiti, ma anche in estate quando le ondate di calore minacciano la stessa sopravvivenza delle colonie. Occorre pensare a modelli tecnici in cui le api siano messe in condizioni di proteggersi”.

A minacciare le api nella nostra regione sono anche nuove varietà di parassiti, di cui ha parlato Franco Mutinelli direttore dell’Izsve: “Il tropilaelaps – ha spiegato – è un acaro esotico in arrivo dall’Oriente, più piccolo della varroa arrivata negli Anni ’70, che non ha ancora creato danni in Friuli-Venezia Giulia, ma che dobbiamo monitorare e imparare le caratteristiche per intervenire in maniera tempestiva

“L’apicoltura italiana affronta gravi criticità, ma dalla sua ha grandi potenzialità date da varietà e qualità dei mieli prodotti, numero di apicoltori con un alto livello tecnico, dal nomadismo e dalla diffusione del tessuto associativo” ha dichiarato Giancarlo Naldi, direttore dell’Osservatorio nazionale miele. “Dal 2023 e poi l’anno scorso stiamo assistendo però a un calo di imprese professionali e quelle che resistono adottano una strategia di aumento degli alveari e di diversificazione dell’attività, sia nella stessa filiera, per esempio con la vendita diretta, sia in settori contermini, come quello agrituristico” ha aggiunto, citando poi diverse misure possibili: garantire il nettare, buone pratiche agricole, sostegno all’alimentazione di soccorso per le api, tutela miele di qualità, lotta a pratiche sleali, gestione del rischio per dare sicurezza alle aziende”.

“Il ruolo ecosistemico dell’apicoltura si salva se si salva l’equilibrio imprenditoriale dell’azienda apistica” ha terminato Naldi.

Le conclusioni sono state tratte dal presidente nazionale dell’Unaapi Giuseppe Cefalo: “Dobbiamo affrontare urgenze ed emergenze dovute a cali di produzione, aumento dei costi di gestione e crisi del mercato – ha detto – col paradosso che quel poco che si produce si vende a basso prezzo”.

Riportiamo i link agli articoli pubblicati in merito su siti istituzionali e di testate giornalistiche/ televisive:

Regione – Assessore Zannier : XVI Meeting Apicoltura FVG 2025

Il Friuli – XVI Meeting Apicoltura FVG 2025

Rainews – XVI Meeting Apicoltura FVG 2025

Ansa – XVI Meeting Apicoltura FVG 2025

Friuli oggi – XVI Meeting Apicoltura FVG 2025

Arc – XVI Meeting Apicoltura FVG 2025

Nordest24 – Meeting Apicoltura FVG 2025