Il Calabrone Orientale (Vespa Orientalis) è autoctono nell’Italia meridionale, ma stando a quanto diffuso da una recente ricerca in pubblicazione sugli Atti del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste sembra che ormai sia presente anche nel nostro capoluogo.
I primi avvistamenti risalgono al 2018 e si presumeva si trattasse solo di individui isolati arrivati con ogni probabilità con i traffici portuali. Tuttavia con le temperature insolite e poco rigide dello scorso inverno sono riusciti a sopravvivere tanto che a oggi sono presenti nella città di Trieste almeno 4 popolazioni.
Non una buona notizia quindi per la popolazione ma, soprattutto, per gli apicoltori poiché questo insetto provoca gravi danni agli alveari, riuscendo talvolta a saccheggiare anche intere arnie.
Come riconoscerla?
E’ facilmente riconoscibile perché ha una colorazione intensamente rossiccia e presenta una larga banda di colore giallo (due tergiti, contro 5 del Calabrone) ed una macchia, sempre gialla, sul capo. E’ lunga 22/23 mm e risulta essere più piccolo del Calabrone nostrano.
La banda gialla che la caratterizza ha una sua funzione specifica perché queste vespe, tramite quella banda, assorbono, come un pannello solare, energia solare e per questo tali insetti preferiscono lavorare nel tardo pomeriggio.
I nidi vengono generalmente costruiti in luoghi riparati, asciutti e tranquilli come tronchi cavi, costruzioni poco frequentate, muretti a secco ma anche sotto terra.
In ambienti fortemente antropizzati è consuetudine trovarli all’interno dei cassoni delle tapparelle. Non sono finora stati osservati nidi all’aperto, cosa invece tipica in Vespa Velutina.
Ciclo Biologico
Come tutte le Vespe sono animali sociali, ma, a differenza delle api, non hanno una società durevole, per cui a fine Autunno tutte le colonie , comprese le vecchie regine, muoiono e producono svariate Regine feconde che si preoccupano di svernare per ricreare, ognuna di esse, una nuova famiglia. Hanno quindi, una capacità enorme di colonizzare vasti territori in breve tempo, similmente alla vespa velutina.
Anche queste vespe, come la Velutina, compiono attacchi massivi alle api per poter alimentare le loro larve che, come quelle della velutina e di tutte le vespe, sono carnivore. Uccidono le api e prelevano loro la muscolatura alare da cui producono sorta di pappa con la quale alimentano la prole.
Queste vespe posseggono una spessa cuticola per cui nulla può il pungiglione delle api e, per questo, le api che la conoscono e che si sono coevolute con questa specie le uccidono aggomitolandosi ad esse per annientarle per soffocamento e non con il calore. Come la Velutina inibiscono le api che non sono in grado più di uscire per procacciarsi il cibo e, quindi, collassano in breve tempo riducendo al massimo la produzione di miele.
E ora cosa fare???…