Inizio primi freddi , quindi stagione apistica in conclusione.
Da verifiche effettuate durante le visite su chiamata, nella maggior parte dei casi le famiglie risultano popolose con presenza di varroa a macchia di leopardo sui singoli apiari, dove si trovano famiglie molto forti con api sane e famiglie deboli o collassate a causa della elevata infestazione. Probabile causa è stata l’anomala situazione climatica avuta nelle nostre zone tra settembre e ottobre con giornate con temperature sopra la media. Tale anomalia inoltre ha prolungato la fioritura dell’edera per oltre 3-4 settimane con relativa importazione di nettare e soprattutto polline che ha stimolato le regine alla deposizione fino oltre la metà di ottobre. L’ulteriore problematica è stata che , nella maggior parte degli apiari, in quel periodo erano stati tolti i melari ed erano in corso i trattamenti per la varroa, le api hanno intasato i nidi di nettare e polline riducendo quindi lo spazio per la deposizione della regina, creando quindi un blocco naturale della covata.
Come già segnalato il miele di edera cristallizza velocemente, con l’abbassamento della temperatura, ed è di difficile utilizzo da parte delle api nel periodo invernale; vi consigliamo quindi, visto che le temperature notturne iniziano ora a diminuire e che le api iniziano a formare il glomere, di effettuare le visite per il restringimento delle famiglie sui soli telaini coperti dalle api più due telaini di scorte posti nei fianchi del glomere, di spostare i telai in eccesso dall’altra parte del diaframma ,di verificare se il miele presente sia di consistenza liquida e non cristallizzato e che verso il centro del glomere siano presenti un paio di telaini con celle libere per permettere alla regina di effettuare eventuali deposizioni ai primi caldi. Nel caso fossero presenti solo scorte di miele di edera, è opportuno inserire direttamente sopra i telaini un pacco di candito , ricoprire il tutto con un foglio di nylon per ridurre lo spazio tra telaini e copri-favo e girare quindi il copri-favo stesso.
È opportuno inoltre verificare se nelle famiglie la covata sia assente ciò per poter eseguire il trattamento invernale con acido ossalico (sublimato o gocciolato), in caso fossero presenti piccole rose di covata è opportuno rimuoverle con una forchetta e procedere quindi a suddetti trattamenti finali.
Il tecnico: Roberto De Cecco