COMUNICATO TECNICO APRILE/MAGGIO 2017
La stagione apistica 2017 è iniziata con perdite importanti a carico del patrimonio apistico degli associati. In alcuni casi queste si sono attestate dal 50% alla totalità degli alveari. Le favorevoli condizioni climatiche di fine inverno-inizio primavera, con bel tempo e temperature decisamente al di sopra della media lasciavano tuttavia ben sperare gli apicoltori in quanto le famiglie si stavano sviluppando mediamente in anticipo rispetto alle passate stagioni. Non è stato difficile in molte zone avere famiglie pronte per il raccolto del tarassaco e che anzi dovevano essere tenute “sotto controllo” per evitarne la sciamatura. Il lungo periodo di siccità e il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo di molte piante di interesse apistico ha avuto e avrà però sicuramente un impatto negativo sui raccolti. Le prime fioriture della stagione (tarassaco, ciliegio, colza) fortemente in anticipo, si sono accavallate in modo anomalo non permettendo in definitiva di ottenere i raccolti che la forza delle famiglie facevano sperare. Il repentino mutamento delle condizioni meteo a partire dalla metà del mese di aprile, ha sicuramente tenuto a freno un’acacia insolitamente in anticipo, ma in alcune zone ne ha anche provocato la parziale o totale distruzione a causa di gelate importanti verificatesi tra il 18 e il 22 aprile. A fioritura ormai iniziata in quasi tutte le zone, si registrano ad oggi importanti e continue precipitazioni che non permettono il ben che minimo raccolto.
Si fa notare che ad acacia quasi del tutto compromessa (nelle zone di pianura anche a causa della fioritura del colza che si sta protraendo con inevitabile sovrapposizione), se non nelle zone più elevate dove la fioritura non è ancora iniziata ed è stata risparmiata dalle gelate, si devono tener presente altre priorità. Il contraccolpo subito in questo periodo dalle famiglie di api è pesante: esse sono rimaste improvvisamente senza afflusso nettarifero in un momento in cui l’allevamento di covata è al massimo, in più le temperature notturne prossime allo zero o anche inferiori aumentano esponenzialmente la necessità di nutrimento. Senza alcun intervento da parte dell’apicoltore si può arrivare facilmente alla morte per fame o nella migliore delle ipotesi si avranno sicure ripercussioni anche sui raccolti successivi dove ad un certo punto ci si ritroverà inevitabilmente con un “buco” di api causato dell’interruzione dell’allevamento di covata. Si raccomanda pertanto di monitorare accuratamente il livello di scorte presenti e di intervenire almeno nei casi più a rischio con alimentazione di soccorso.
A questa situazione decisamente critica si aggiunge il problema delle sciamature: alla fine dell’attuale periodo piovoso che impedisce controlli regolari da parte dell’apicoltore e che obbliga le api in una situazione di forte congestione, queste saranno sicuramente abbondanti e difficilmente gestibili. Si raccomanda quindi, in caso di ritrovamento di celle reali già opercolate e regina vecchia con addome già rimpicciolito, pronta alla sciamatura, di procedere isolandola in un nucleo a parte su un favo di scorte e api, in attesa della nascita e fecondazione della nuova.
Siamo di fronte all’ennesima stagione che seppur promettente ad inizio anno (nonostante le perdite invernali), sta prendendo la piega delle ultime cinque. Si invitano quindi gli apicoltori a concentrarsi sul mantenimento del patrimonio apistico e sulle successive fioriture piuttosto che sui raccolti ormai compromessi.
Per far fronte al problema delle gelate di cui sopra, il consorzio ha inoltrato richiesta alla regione per il riconoscimento di calamità naturale per le zone interessate dal fenomeno. Per poter attivare la procedura e quantificare i danni, si invitano quindi gli apicoltori con apiari dislocati nelle zone colpite a trasmettere allo sportello tecnico il più presto possibile I seguenti elementi:
-congrua documentazione fotografica attestante i danni subiti dall’acacia e/o da altre piante nettarifere (in alcune zone è stato colpito anche il castagno)
-congrua documentazione fotografica attestante i danni subiti dalle colonie di api (quindi tutti i segnali caratteristici di crisi di fame: api morte nelle cellette, covata opercolata mangiata, assenza totale di scorte)
-documentazione delle spese sostenute per alimentazione di soccorso e/o spostamenti degli apiari dalle zone in oggetto
-esatta localizzazione delle zone colpite
Poggetti Luca